Skip to content
piazza Alessandro Manzoni, 1 - Cantello (VA)info@cucinodite.it328 3641070h 24
Instagram page opens in new windowYouTube page opens in new windowLinkedin page opens in new windowPinterest page opens in new windowTumblr page opens in new windowTwitter page opens in new windowFacebook page opens in new windowRss page opens in new window
Cucino di te
Giorgio Giorgetti, lo chef a domicilio che ti racconta in un menù solo tuo
Cucino di teCucino di te
  • HOME
  • COME FUNZIONA
  • L’ALTA MODA
  • IL BISTROT
  • LA STAMPA
  • BLOG
  • RICETTE
  • CONTATTI
  • HOME
  • COME FUNZIONA
  • L’ALTA MODA
  • IL BISTROT
  • LA STAMPA
  • BLOG
  • RICETTE
  • CONTATTI

Ecco i post della categoria

... e ce ne sono molte altre!

You are here:
  1. Home
  2. Entries tagged with "muscolari"

Carne di manzo e frollatura casalinga

UtensiliDi cucino di te11 Ottobre 20168 di Commenti

Perché la carne del tuo macellaio di fiducia è (a volte) migliore di quella del supermercato? Perché la grande distribuzione non ha più tempo per frollarla. La frollatura, infatti, è l’unico modo per rendere più tenero anche il manzo più coriaceo… o quasi!

Seguimi su Instagram!

cucinodite

Varese, Como, Lecco, Monza e Brianza, Canton Ticino: sono lo chef che cucina non solo per te, ma di te. Per emozioni e sogni unici: i tuoi.

Giorgio, lo chef a domicilio personal... per davvero!
QUANDO A VOLTE È PEGGIO DI ČERNOBYL’! “Atte QUANDO A VOLTE È PEGGIO DI ČERNOBYL’!
“Attenzione, attenzione” grida il forno. “La temperatura al nocciolo è anomala! Attenzione, si riscontra un’anomalia nella temperatura del nucleo!”.
Piera tenta di mettersi sotto il tavolo, in posizione fetale. Io invece resto impietrito. Oddio, una fusione del nocciolo! E ora che succede? Esploderemo come una stella? Fatto sta che non riesco neppure a sentire Piera che mi grida di andar via da lì, di allontanarmi dal forno parlante. 
Poi ci si mette anche la padrona di casa, che sta seduta a tavola con gli amici a banchettare. “No, guarda che fa così perché non è stata inserita la sonda nelle lasagne… Devi spegnere e riaccendere il forno… Rilassati, non succede nulla!”.
Ecco, te lo giuro: uno dei problemi più grossi che abbiamo, nel girare case su case, è scendere a patti con la tecnologia, sempre più avanzata. 
Fai conto che io ho un forno a gas, neppure elettrico. Ci posso ficcar dentro un maiale intero, ma è a gas e non parla. Non ha neppure il termostato che mi dice quando raggiunge la temperatura. 
Figurati quando troviamo forni che parlano, piastre a induzione che suonano musichette, cappe aspiranti laterali, frontali, mediane, attaccanti, fluttuanti… 
Eh, sì. Ogni tanto qualcuno me lo chiede: ma come fai ad adattarti a tutte le cucine che incontri? Facile: non mi adatto! Ogni volta è una lotta o un cubo di Rubik da risolvere o una novella Černobyl' da scongiurare. 
Una volta ho detto che non ho alcun problema perché sono troppo bravo! Volevo fare lo sborone: la verità, te la scrivo qui, nero su bianco, è che ogni volta incrocio le dita sperando che in quella casa, a parte gli umani, nessuno mi parli. 
Perché so che, prima o poi, un fornello, guardandomi negli occhi, mi urlerà in faccia che il mio pesce in padella FA DAVVERO SCHIFO! 😂😂
E tu come ti trovi, con la tecnologia in cucina (e non solo)?
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #chefadomicilio
UN CARCIOFO È UNA ROSA È UNA ROSA Esiste al mon UN CARCIOFO È UNA ROSA È UNA ROSA
Esiste al mondo qualcosa di più bello di un carciofo alla giudia, con buona pace di Gertrude Stein?
A vederlo così, no. Ad assaggiarlo, poi, mi convinco che non esiste modo migliore al mondo per gustare un carciofo. Prima spiluzzichi i petali più croccanti, come fossero patatine; poi tagli con il coltello il morbido cuore…
“Non l’avevi mai fatto, vero?” mi chiede Piera. 
“In realtà no. Tutte le volte ch’era stagione di carciofi mammola me ne scordavo… Questa volta, invece, ho preso finalmente la palla al balzo…”.
“A vederlo così pare una di quelle piante spinose, sai quei fiori che paiono secchi anche quando sono appena nati?”
“Invece di spine non ce ne sono proprio… A me pare una rosa di Gerico, quelle piante secche che rinverdiscono appena le bagni… O una rosa, appunto. Un carciofo che pare una rosa…”.
I carciofi alla giudia sono uno dei piatti tradizionali del Ghetto di Roma. la capitale non avrebbe potuto avere fiori più belli.
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #chefadomicilio #carciofi #carciofo #carciofiallaromana #carciofiallagiudia #carciofiallaromana #carciofiallagiudia #carciofoallagiudia #carciofoallaromana #cucinaromana #cucinaromanesca
QUEL MAIALE CHE SI CREDEVA UN TONNO (DEL CHIANTI) QUEL MAIALE CHE SI CREDEVA UN TONNO (DEL CHIANTI)
Il Tonno del Chianti è un piccolo cavallo di battaglia per molti ristoranti che tappezzano la provincia di Siena. Anche perché il turista, soprattutto se straniero, spalanca la bocca davanti a questa definizione così curiosa: dove mai si pescheranno, nel Chianti, tutti questi tonni? 
L’ho visto fare anch’io, ai tempi, quando facevo uno stage in un noto ristorante di Castelnuovo Berardenga, il Convito di Curina. Ma - lo confesso - ero giunto a preparazione ormai compiuta e lasciai le cucine prima che se ne mettesse in cantiere un’altra. 
Come avrai capito, il tonno c’entra solo nel nome. In realtà, la materia prima è la lonza di maiale, cotta a lungo in acqua e vino bianco e odori finché non diventa morbida appunto come il tonno. Poi la si conserva dentro l’olio d’oliva, per concludere la similitudine perfetta. 
Da quel che so, la ricetta non è antichissima, ma è una ripresa locale di una preparazione piemontese, il tonno di coniglio, assai simile come procedimento. 
Ho provato parecchie ricette, ma tutte mi hanno deluso, compresa l’ultima usata per il mio pranzo di Santo Stefano. 
Alla fine, ho deciso di reinventarla a mio uso e consumo: faccio marinare la lonza in 1 litro d’acqua con 60 g di sale e 40 di zucchero per 24 ore. Poi cuocio con acqua e 1 litro di vino bianco nella slow cooker per 10 ore, con alloro e bacche di ginepro. Alla fine conservo in olio toscano (e nel frigo: sai mai…) per almeno una settimana prima di consumare. 
Da servire con qualcosa che abbia dentro l’aceto: una giardiniera, per esempio. Io ho usato peperoni in agrodolce, che mi pare abbiano una marcia in più! 
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio #tonnodelchianti #castelnuovoberardenga #ricettetoscane #antipasti #antipastisfiziosi #lonza #lonzadimaiale
MA CHE SAPORE HA… UN COLORE? E chi lo sa? Una MA CHE SAPORE HA… UN COLORE?
E chi lo sa?
Una volta tanto, non è stato un cliente a farmi questa domanda, ma un collega. Mi aveva sentito parlare di questionari e colori, in un’intervista, e l’argomento deve essergli rimasto in mente. 
Che sapore ha un colore?
Risposta: che io sappia, nessuno. Ma nel mio piccolo questionario che mi serve per darmi un’idea del tuo profilo gustativo, c’è una domanda simile ma dalla risposta immediata: qual è il tuo colore preferito?
OK, dirai tu. Ma che ci azzecca il mio colore preferito con il gusto?
C’entra, c’entra. È provato che alcuni lati del carattere condizionano la scelta del colore amato. Chi adora il rosso spesso è una persona estroversa, chi ama i colori freddi spesso è introverso e chi ama colori che si tengono in equilibrio tra gli estremi (come il verde), amano la pace e la serenità, soprattutto quando sono con gli altri… 
A tali caratteri spesso s’associa anche un certo tipo di gusto: i Rossi amano cibi dal sapore intenso e schietto, gli Azzurri ricercano una maggiore finezza e non amano i sapori troppo prevaricanti su altri… E così via…
Certo, sono il primo a dire che questa non è un’analisi, ma il risultato di una stratificazione culturale che interessa tutti noi. A un certo colore, reagiamo. Reagiamo con tutto il corpo, anche con il gusto. E conoscere il tuo colore preferito mi aiuta a tracciare con maggior precisione il tuo profilo gustativo. 
Anche perché questa è solo una delle tante domande del mio questionario: solo così riesco davvero a proporti un menù il più vicino possibile alle tue esigenze e ai tuoi desideri, persino quelli che non sai di avere o che finora non hai percepito appieno. 
Tutti ti promettono un menù personalizzato, solo perché ti permettono di variare le loro proposte o ti fanno scegliere da una lista uguale per tutti. 

L’unico che può creare con te il tuo menù davvero esclusivo, però, sono soltanto io. Fattene una ragione! 🤣
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #chefadomicilio
PAZZI PIZZOCCHERI PER UN PEZZO A un occhio estern PAZZI PIZZOCCHERI PER UN PEZZO
A un occhio esterno può non sembrare ma, fra tutte le regioni italiane, la Lombardia è quella con la tradizione gastronomica più sfaccettata. Mentre la maggior parte delle altre, infatti, presenta una certa uniformità di proposte che si rincorrono da provincia a provincia, la Lombardia vive una sorta di cucina caleidoscopica. Nella medesima regione, infatti, convivono la cucina meneghina del risotto giallo, quella mantovana dei tortelli di zucca, gli spiedi bresciani, la cucina povera dell’area lacustre, i dolci e l’agrodolce di Cremona e, infine, le montagne della Valtellina con i loro pizzoccheri. 
In casa mia, capitanata da due fiorentini emigrati in cerca di lavoro, i pizzoccheri giunsero quando cominciarono ad apparire le prime confezioni di questa pasta scura scura negli scaffali dei supermercati. Con tanto di ricetta che, nella sua semplicità, riuscimmo a non sbagliare mai. 
Ed è questo il bello dei pizzoccheri: sbagliarli è difficile. Forse, dico forse, la cosa peggiore che si possa fare è comprarli già pronti, perché quel formato modello tagliatella, lungo e sottile, non è quello della pasta originaria, che è più corto, più largo e, soprattutto, più spesso. Se vuoi, li puoi tirare al matterello anche in casa: sono facilissimi e per tutti, giurin giurello croce sul cuore. 
Poi, le regole per farli come dio comanda sono pochissime ma per cuori impavidi: non temere il burro, non temere il formaggio, non temere l’aglio. A proposito del formaggio: la ricetta originale dell’Accademia del pizzocchero di Teglio prevede il solo Casera. Niente Bitto, poiché troppo stagionato e mal si fonderebbe. Uomo (e donna) avvisati… 
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite  #chefadomicilio #pizzoccheri #primipiatti #primipiattigustosi #ricetteitaliane #ricettafacile #ricettaitaliana #saraceno #granosaraceno #valtellinalovers
MÀNGIATI IL FEGATO (SOLO PER VERI TOSCANI)! Mio MÀNGIATI IL FEGATO (SOLO PER VERI TOSCANI)!
Mio padre adorava ogni tipo di mangiare rustico. Ai tempi, quando ancora il sangue di maiale si trovava e si comprava alla luce del sole, si faceva sanguinacci dolci (con il cacao e i canditi) a cui solo la sua golosità poteva accostarsi. Io, bimbetto, guardavo da lontano. Da molto lontano!
E mai, ai tempi, avrei scommesso che un giorno, roso dai rimpianti e dalla curiosità, avrei dato chissà che cosa per provarne almeno un cucchiaino. 
Ma se posso far ben poco per il granguignolesco sanguinaccio, una toppa la metto ai fegatelli di maiale rivestiti con l’omento del maiale stesso, quella rete di grasso che avvolge appunto gli organi interni dell’animale. Da me, in provincia di Varese, faccio una fatica boia a trovarla. Invece, quando mi tocca a fare una scappata a Sesto Fiorentino, la trovo senza problemi… Il mondo (e la cucina) è bello perché vario!
Tornando al fegato: mio padre lo amava (e ti pareva!), mentre io l’odiavo. S’era poi avvolto dalla retina di maiale, non ne parliamo, ché mi faceva schifo solo a pensarci!
Oggi sono cresciuto, per fortuna, e non solo invecchiato. E sto finendo per dare ragione a i’ babbo su tutto, non solo sulla cucina e sulle frattaglie.
Per questo oggi cucino questi fegatelli nella rete alla toscana, nel modo spiccio in cui si cucinavano a casa dei miei nonni, senza stare a badare se la salvia ci va o no, se il finocchietto c’è o ci fa, se questo sì o questo no. Il pelo nell’uovo trovalo tu! Io mi limito a mangiarli scrii scrii, senza farmi troppe menate. E penso al sorriso e alla soddisfazione di mio papà, quando poteva farne saltare uno nella padella…
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio #fegatelli #fegatellitoscani #fegatellidimaiale #fegatelliallatoscana #secondipiatti #secondipiattidicarne #ricettetoscane #ricettatoscana #foodporn #ricettetradizionali #ricettetradizionalifiorentine
PESCE SÌ, PESCE NO, PESCE FORSE! “Facciamolo d PESCE SÌ, PESCE NO, PESCE FORSE!
“Facciamolo di pesce, il menù, va bene, mi hai convinto”, dice Vania. 
“Guarda che io non ho aperto bocca…” rispondo. “Però, se mi dici che è il cibo preferito da Federico, inutile girarci tanto attorno…”.
Federico è il marito di Vania e il 20 gennaio, venerdì scorso, ha compiuto 40 anni. Ama il pesce in tutte le sue forme e dimensioni, soprattutto se crudo. Vania no, invece. Lei adora la carne, mentre il pesce… il pesce per lei è come l’ospite: dopo tre giorni puzza. Magari anche prima dell’ospite…
“Facciamo che il menù è di pesce, ma me ne frego un po’ del profilo gustativo di Federico?” parte all’attacco. 
“OK” dico io. “Quindi…?”
“Quindi no pesce crudo, niente gamberi o frutti di mare appena sgusciati, niente pesci dal sapore troppo deciso, ok?”.
Wow, sembra quasi una minaccia! “Va bene, lavoriamo su questo, allora. Poi avrei una domanda…”
“Spara”
“Non sono riuscito a capire che dolci piacciono a Federico. Non ha risposto a nulla in proposito, sul mio questionario…”
“A Federico i dolci non piacciono” “Quindi niente dessert?” “Nooo, sei matto? E io chi sono? Magari una cosa semplice semplice: la sai fare la tarte tatin?”
“Proprio la tarte tatin, la torta della nonna?”
“Quella! Semplice, poco impegnativa, così la mangia anche lui. E se non la mangia la mangiano tutti gli altri”.
“Senti, posso fare almeno un piccolo sorbetto al mandarino, tanto per tenervi una cosa tra voi due?”
“Il sorbetto sì”.
“Il sorbetto gli piace?” “Boh, forse… Però piace a me!”. 
Auguri di buon compleanno, Vania! Ah, no, scusa, volevo dire "Tanti auguri, Federico"! Forse.. Mi pare... Boh! 😂❤️
PS: Vania e Federico, venerdì sera, si sono rivelati due tipi simpaticissimi e ci siamo fatti un sacco di risate raccontando come era nato il menù!! 😂😂
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #menu #menù #chefadomicilio #capasanta #amusebouche #burroeacciughe #burroealici #sorbetto #tartetatin #fregola #fregolasarda  #orata #ricettedipesce #ricettedimare #menudimare
MA SE LE COSE VANNO MALE, CHE FAI? “Non ti è ma MA SE LE COSE VANNO MALE, CHE FAI?
“Non ti è mai capitato un guaio pazzesco? Che cosa fai, se succede qualcosa di terribile?”
Dirò le ultime parole famose: per fortuna, in sette anni di lavoro (il 2023 sarà l’ottavo), drammi davvero seri non sono mai capitati.
Però ho avuto anch’io la mia bella serie di sfighe…
Ricordo una delle primissime volte che sono uscito: mi è letteralmente bruciato il riso sul gas! Gli ospiti erano tantissimi, stavo usando un contenitore di fortuna… Metto il riso, accendo la fiamma, mi volto un istante per cercare il vino e… una fiammata spaventosa s’innalza quasi a lambire il soffitto, modello Vesuvio impazzito. Un disastro!
Come ho risolto? Quella volta mi è andata bene: poiché non ero sicuro della mia genialata (e ho fatto bene), avevo portato altri 2 kg di riso in più.
Altri incidenti capitano per pura sfiga. Ne ricordo uno in particolare. Avevo fatto un risotto ai gamberi rossi, con tanto di gambero rosso in bella mostra… Otto le persone da servire. Conto i piatti, sembra tutto ok. Impiatto e passo a Piera, che li serve. Dopo un po’ torna e mi dice che sono tutti serviti. Peccato che mi sia avanzato un gambero. Che strano! Con quel che costano, i gamberi rossi li acquisto contati, eppure qui ce n’è uno in più…
“Ok”, dico a Piera, “se lo vuoi, mangialo tu questo gambero in più”. Piera non si fa pregare e, hop, ecco sparito il gambero vagabondo.
Non fa in tempo a deglutire che, dalla porta, sporge la testa della padrona di casa. “MI scusi, ci siamo accorti solo ora che uno dei nostri ospiti non ha avuto il suo gambero, come tutti gli altri…”
Che cosa faccio in questi casi? Eh, ben poco, purtroppo. Non potendo fare una lavanda gastrica a Piera, sono andato a far le scuse all’ospite, che è stato molto comprensivo.
Si sa, chi non suona mai, non sbaglia mai! 
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #chefadomicilio
AH, LA RIBOLLITA! Pochi cibi mi narran dell'infanz AH, LA RIBOLLITA!
Pochi cibi mi narran dell'infanzia quanto la ribollita toscana. Non c’è nulla da fare, son quegli aggeggi che ti si tatuano nei cromosomi. Puoi non saper più nulla, puoi esserti sperso chissà dove, ma se riconosci l’odore della ribollita sul fuoco allora, da qualche parte, magari in qualche sconosciuta cellula del tuo corpo, devi esser toscano per forza!
Non esiste nulla ch'io adori più di questa zuppa. 
Da piccino picciò, mio nonno mi portava a comprarne un paio di vaschette dalla Gioconda, a Sesto Fiorentino. So che la Gioconda esiste ancora, ma oggi è una pizzeria. Un tempo facevano gastronomia d’asporto, una manna per i pensionati. 
I’ mi nonno raccontava che la Gioconda non aveva nulla da spartire con Leonardo Da Vinci: era la moglie del proprietario o la madre della moglie… boh… Son passati più di 50 anni, che volete che mi ricordi?
So solo che la Gioconda non era quella del quadro.
La ribollita, invece, me la ricordo bene. Ricordo che mia mamma s’ostinava a non volermi dire quando la faceva. Di nascosto, se la mangiavano! Ma si può essere più infami? 
Tutti convinti (ma in realtà bugiardi e bastardi dentro) che a me non piacesse, anzi che neppure la volessi sentir nominare…
Così la mattina andavo a scuola vedendo il pentolone che fumava e la sera, e la mattina dopo… nulla di nulla! Ma com’era questa storia? Era che se la mangiavan loro a mezzogiorno! Tanto, a’ i’ Giorgio un gli garba mica… Infami!!!! Anni son campati con questo scherzetto!
Laméntati se poi i figlioli ti scappan di casa e s'uniscono a un circo, pur di non veder più ‘sti parenti serpenti!
Ma di cose attorno alla ribollita te ne potrei raccontare tante. È come quell’amica che conosci da una vita e che ti chiedi perché non l’hai mai sposata. Forse perché così ci stanno più cose da raccontare… 
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #chefadomicilio #ribollita #ribollitasoup #ribollitatoscana #cavolonero #cavolonerotoscano #cavolonero #ricettetoscane #ricettevegetariane
CONTRO IL FREDDO, TRIGLIE E CECI E a te piacciono CONTRO IL FREDDO, TRIGLIE E CECI
E a te piacciono le triglie? 😁
“Ma hai sentito che freddo?”, mi dice stamattina Piera, non appena mette il naso fuori casa. 
“No”.
“Se non esci, non lo senti…”
“Io non lo voglio sentire. Preferisco restare ignaro. Buon viaggio e buon lavoro, torna presto, non perdere i treni, non menare nessuno al lavoro, ecc. ecc...”
“Aspetta! Stasera fai qualcosa di caldo, dai”
“Una bella zuppa di cavolo verza”, dico io, che di sbattermi non ho proprio voglia. 
“Ma dai! Ma proprio di verza?” 
Ho pensato a questo: ceci e triglie. L’idea non è mia, è di Viviana Varese, chef di Milano che si avvia verso la seconda stella Michelin. Devo solo comprare qualche triglia, mentre i ceci li ho in scatola.
E sì, in scatola. Mi dispiace per chi li odia. Io no, sono una massaia vera, che fa quel che può con ciò che ha.
Ora devi solo sfilettare le triglie di scoglio (lo può fare anche il pescivendolo) e cuocerle a vapore 4 minuti o saltarle in padella, decidi tu. Se hai dei datterini confit (io ne faccio sempre un po’, li tengo in frigo), ancor meglio.
Fai bollire i ceci precotti con l’acqua, metti una foglia d’alloro e un rametto di rosmarino. Aggiusta di sale e pepe.
A proposito: fai l’olio al rosmarino. Togli l’anima da uno spicchio d’aglio e tritalo fine con un po’ di aghi di rosmarino. Metti in un vasetto con l’olio d’oliva più figo che hai. Non farlo all’ultimo minuto, perché un po’ deve macerare. 
Poi impiatta: i ceci con la loro acqua, i pomodorini confit (se ce li hai), qualche ago di rosmarino, le triglie, una cipolla dorata a fettine, l’olio al rosmarino.
“Buona?” dico questa sera, dopo il ritorno del capo. 
“Buone le triglie… e poi è calda! Però mi sembra poca…”
Ma non volevamo dimagrire? Uff, mai una gioia! 
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio #zuppa #triglie #primipiatti #primipiattiveloci #primipiattidipesce #primipiattiitaliani
MESSICO E NUVOLE! “Scusa, non guardare il disord MESSICO E NUVOLE!
“Scusa, non guardare il disordine! Stiamo traslocando”, mi dice Zazil. “Dovresti vedere casa nostra”, le rispondo. “E non stiamo neppure traslocando!”. 
Piera mi congela con un’occhiata che neppure un killer. “Volevo dire che non è poi così per aria. Casa tua. Casa nostra. Insomma, non è che…” Smetto qui, prima che nel forno ci finisca io. 
Mercoledì 11 gennaio, in pratica ieri sera. Lugano, Svizzera. Fatichiamo come pazzi per trovare un parcheggio e io sono già stanco. Ma Zazil e Fernando, messicani da oltre 4 anni nel Canton Ticino, sono molto simpatici e mi fanno riprendere fiato. Se ne andranno a Ginevra a causa del nuovo lavoro di Fernando, che è anche svizzero per metà. E questa cena, ci tengono a sottolinearlo, è un regalo del loro amico Thomas, che avevo incontrato a casa di altri clienti e che mi aveva contattato circa un mese fa…
Ma basta chiacchiere! Diamo il via alle danze. “Quel fornello non funziona”, mi avverte Zazil. Fantastico, cominciamo subito alla grande… “Il forno?”. “Il forno sì. Però è un po’ vecchio…”. È così vecchio che non si leggono né programmi, né temperature… Ok, andiamo a occhio, giusto ho solo due cose su quattro da cuocervi! “Questa è tutta la luce che c’è?” “Sì, purtroppo sì”. La prossima volta mi porto un cane per ciechi… chissà che foto orrende verranno, tra le altre cose…
Ma la giovanissima coppia è sorridente e fiduciosa e sembra non temere nulla, neppure il fatto di aver voluto ben due preparazioni dello stellato Claudio Sadler nel loro menù di pesce (il riso è il "non-tanto-solito" Razza 77, così vado sul sicuro). 
Vedo Piera che fa gli scongiuri anche con le dita dei piedi. Brava, ragazza! Non sono superstizioso ma… sai mai! 😂😂😂
@riso_razza77 
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio #crocchette #crocchetta #risotto #risottolover #razza77 #razza77addicted #pescespada #pescespadaalforno #tortinoalcioccolato #tortinoalcioccolatoconcuoremorbido
QUELLA ZUCCA CHE AL MERCATO COMPRÒ QUELLA ZUCCA QUELLA ZUCCA CHE AL MERCATO COMPRÒ
QUELLA ZUCCA CHE AL MERCATO COMPRÒ
“Dimmi perché hai preso così tanta zucca” mi dice Piera. 
Il problema è che non so bene che cosa rispondere. 
A volte mi capita, tipo raptus: vedo una cosa e la compro. Non mi capita solo con le zucche. Ma con le zucche mi sta capitando spesso…
“Volevo fare un risotto…”
“Ne fai dieci di risotti, con quella zucca!”. 
OK, cominciamo a farne uno stasera, così alle 19 lo posto nelle mie pagine social.
Brodo di verdura, facile: carota, cipolla e sedano in un paio di litri d’acqua. Faccio bollire piano e coperto per 30-45 minuti, fai te. 
Sbuccio e taglio a dadini la zucca. Se ho fretta (tipo stasera) le faccio fare un giretto in microonde per 3-4 minuti al massimo. Se ami la versione lunga, allora affetta una cipolla, la metto in una padella con un cucchiaio d’olio evo e falla appassire pian pianino. Aggiungi la zucca, mescola, versa un mestolo di brodo vegetale. Cuoci per una ventina di minuti. Se s’asciuga, versa un altro po’ di brodo
Butto il riso in una casseruola, quando è caldo bagno con un po’ di vino bianco.
Sfumato il vino, butto la cipolla con la zucca e comincio a mettere il brodo. Porta a cottura. 
A fuoco spento manteco con il burro freddo di frigo e con il parmigiano. Se ce l’hai, aggiungi un cucchiaio di olio di nocciole: dona un profumo meraviglioso! Io ce l'avevo, ma proprio per miracolo (era pochissimo!)... 
L'ho servito con una granella di amaretti, così mi ricorda i tortelli mantovani… 
A Piera è piaciuto! E se è piaciuto a lei, piace anche a te. Fidati!
 #varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #chefadomicilio #risotto #risottolover #risottorecipe #risottoallazucca #risottochepassione #ricette #ricettefacili #ricetteitaliane
NIENTE AVANZI A S. STEFANO! Quest’anno, come sc NIENTE AVANZI A S. STEFANO!
Quest’anno, come scrivevo e forse qualcuno ricorda, niente pranzo di Natale a causa di forza maggiore. Mi sono rifatto a S. Stefano, con tanto d’invito ai parenti più stretti.
Fin da quando ero un ragazzino, i menù delle feste, nella mia testa, non dovevano mai esser composti dalle solite cose che uno sapeva fare benissimo e che tutti, ma proprio tutti, s’aspettavano che tu facessi a Natale o a Pasqua. Tanto più che ero un ragazzetto e da me nessuno s’aspettava nulla, tanto meno che tirassi fuori il classico cavallo di battaglia o quella preparazione che, se non è sulla tavola, allora non è Natale. 
Per me, quindi, il menù delle feste ha sempre avuto due facce: quella della sperimentazione (ossia ricette non difficili ma dalla lunga preparazione) e della pazienza (ne ho poca: quindi ricette che richiedono un po’ di attenzione, come disossare un volatile senza aprirlo con il trinciapollo). 
Il menù di questo S. Stefano ricalca questo schema, e quindi qualcosa è venuto bene, qualcos’altro meno (ma se non si fa, non si sbaglia e non s’impara). 
Promossi: i crostini, soprattutto quello dolceforte, vecchia ricetta toscana mai fatta prima e subito adottata, tanto era buona! I petti di quaglia, le lasagne (va beh, le lasagne…), il timballo di anelletti (wow, maledetti siciliani!), la pula di Morozzo ripiena (foto orribile piuttosto creepy, ma…)
Rimandato a settembre il tonno del Chianti, perché ha bisogno di un’aggiustatina. Lo riproverò a fare quanto prima, tanto per togliermi lo sfizio…  E comunque, un piatto poco riuscito su sette non è male!
Buone Feste! E tu, che cosa hai fatto di bello in questi giorni?
 #varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio #pranzodinatale #pranzodinatale2022 #timballodipasta #timballodianelletti #crostini #crostinitoscani #tonnodelchianti #lasagne #lasagnerecipe #lasagnealforno #puladimorozzo #polloripieno
BUON NATALE E BUONE FESTE! OK, ci siamo! Il conto BUON NATALE E BUONE FESTE!
OK, ci siamo! Il conto alla rovescia è cominciato. C'è chi si è già chiuso in cucina a preparare, c'è chi lascia preparare gli altri. E c'è chi va al ristorante. Magari qualcuno ha chiamato persino uno chef a domicilio!
Comunque vada, buonissimi pranzi e buonissime cene a tutti! Io, per cause di forza maggiore, non farò il pranzo di Natale (nel senso che quest'anno sono "costretto" ad andare al ristorante), ma qualcosa, nel corso dei giorni, preparerò e te lo mostrerò un po' alla volta... 
E tu? Continuerai anche per queste feste a non mostrarmi nulla? Eppure è facile: basta taggarmi su una delle tue foto preferite (cucinodite) e il gioco è fatto! 
Sai mai che, tra tutte le foto che arriveranno, non mi verrà in mente di condividerne qualcuna, per farla vedere a tutti...
Pronto per affrontare le feste? Io incrocio le dita! E tu, invece, che fai? Ti stai già organizzando?
#cucinodite
#personalchef
#professionalpersonalchef
#fippc
#chefadomicilio
#personalcheflife
#varese
#personalchefvarese
#cantello
#chefadomiciliovarese
#cuocoadomicilio
#cuocoadomiciliovarese
#cucinareacasatua
#auguri
#augurinatale
LA TRIPPA CHE UN GARBAVA A I’ MI BABBO C’è u LA TRIPPA CHE UN GARBAVA A I’ MI BABBO
C’è una piccola storia dietro la trippa alla fiorentina: non piaceva a mio papà. Meglio: non è che non gli piacesse davvero, perché dopo tutto mangiava ogni cosa. 
Diciamo che non era il suo modo preferito di fare la trippa. Troppo semplice, troppo scria scria, se qualcuno sa ancora che cosa significhi. 
Giunto in Brianza, Lombardia, a metà degli anni ’50 del secolo scorso, i’ mi babbo fa una scoperta che gli cambia la vita: la busecca, ossia la trippa alla milanese! Questo sì che è un gran modo di farla, soprattutto perché è arricchita da bianchi e carnosi fagioli di Spagna. 
Insomma, tutt’altra cosa della trippa fiorentina, piatto che più semplice non si potrebbe. Ricordo che mia nonna faceva il classico battuto per il soffritto (cipolla, sedano, carota), ma - così scrive Paolo Petroni ne Il Grande Libro della Vera Cucina Toscana - neppure quello ci vorrebbe. 
Basta una cipolla bianca o dorata, affettata fine e soffritta in sei cucchiai d’olio extravergine d’oliva. Poi butti la trippa, tagliata a listarelle. Io ho trovato della croce e del centopelle. Sarebbe stato più corretto mettervi la cuffia al posto di quest’ultimo (che nella classica trippa alla fiorentina non si dovrebbe usare), ma non è che si trovi sempre tutto a portata di mano. 
Dopo averla cotta 10 minuti, si buttano i pomodori pelati spiaccicati, s’aggiusta di sale e pepe e si fa cuocere per un’oretta. Fine. Il giorno dopo, riscaldata, è assai più buona. A me piace, forse perché è scria scria, ben innevata dal Parmigiano… 
Ma non posso evitare di pensare a i’ poero babbo che vi cercava, inutilmente, i fagioli tra una cucchiaiata e l’altra…
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio #trippa #trippaallafiorentina #trippaallafiorentina #trippaallafiorentina❤ #piattitoscani #ricettetoscane #secondipiatti #secondipiatti #frattaglie #quintoquarto #ricettetipichetoscane
VIVA LA PA, PA, PAPPA, COL PO, PO, PO, PO, PO, PO, VIVA LA PA, PA, PAPPA, COL PO, PO, PO, PO, PO, PO, POMODORO!
Eh, sì! È impossibile, per un sessantenne, cucinare questo piatto senza imitare Rita Pavone che canta a squarciagola questa canzone!
Ok, l’hai già capito. Questa è la famosa pappa col pomodoro toscana. Piatto che, da ragazzetto, odiavo a morte. Ho dovuto crescere (anzi, invecchiare tantissimo) prima di poterla apprezzare. E, quando l’ho fatto, ho capito perché la odiavo così tanto. 
Ora, a me scocciava da matti che la pappa col pomodoro non mi piacesse. Sì, perché ero un fan del Giornalino di Gian Burrasca e mi ero divorato il libro innumerevoli volte. Ma la pappa, no. La pappa proprio non m’andava. 
Poi, un giorno, proprio a Sesto Fiorentino (la cittadina dei miei genitori), ho avuto occasione di assaggiarla “per sbaglio” e mi si è aperto un mondo! E ho capito… 
Ho capito che mia nonna e mia mamma, brave donne ma molto testone, la facevano a mo’ di minestra, liquidissima e bollente nel piatto. E a me quella broda che sapeva di pomodoro e pane sciolto, calda come un ferragosto, acida come il primo giorno di scuola, non piaceva neanche un po’. 
Poi, in un ristorante, la provo dal piatto di Piera e… ecco come doveva esser fatta: soda! E come doveva esser mangiata: a temperatura ambiente (in estate) oppure appena tiepida in inverno. 
Questa è la versione invernale, quella con i pomodori pelati. 
Mezzo chilo di pane toscano (indispensabile), mezzo chilo di pelati. Due spicchi d'aglio senza camicia soffritti nell’olio (6 cucchiai), poi i pelati, una bella manciata di foglie di basilico, cuoci 20 minuti, rimestando spesso, magari incoperchia. 
Metti il pane tagliato sottile, 1 litro di brodo di verdure, mescola, cuoci per 10 minuti, rimestando spesso. 
Togli dal fuoco, dopo un’ora spappola bene il pane con una frusta. Poi servi. 
Sopra solo olio extravergine e pepe. Se metti il formaggio ti taglio le mani! 
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #chefadomicilio #pappacolpomodoro #ricettetoscane #ricettetradizionali
L’ULTIMA CENA Ma come? È quasi Natale e tu mi L’ULTIMA CENA
Ma come? È quasi Natale e tu mi parli di Pasqua? Ma va’ che hai capito benissimo! Sabato 17 dicembre, Mornago in provincia di Varese: ecco l’ultima mia cena del 2022. Ultima cena di lavoro, s’intende. Perché le altre cene, quelle quotidiane, temo che nessuno me le eviterà.
Valentina è già stata mia cliente. A quanto pare, si è trovata bene, perché mi ha ceduto a sua mamma Carla, simpaticissima signora che voleva trovare un modo per festeggiare i 70 anni del marito, senza affaticarlo troppo, ma allo stesso tempo circondandolo dall’affetto dei suoi cari. 
E così eccoci in pista! Carla è molto attenta e sa che Luciano ama la carne in tutte le sue trasformazioni. Qualche altro ospite un po’ meno… e così giungiamo a un compromesso: un antipasto di carne cruda per chi la ama e un altro di salmone per chi preferisce il pesce. Il risotto, invece, mette d’accordo tutti, così come l’arista di maiale, che preferisco sempre cuocere a bassa temperatura, dopo averla tenuta in salamoia per una notte… 
Ehi, ma perché il dessert è tra parentesi? Perché Carla ha scelto di comprare una torta decorata per cantare i fatidici tanti auguri a te e per spegnere le candeline (7, non 70!). 
Ma per i parenti strettissimi, mi ha chiesto di preparare una piccola teglia di zuppa inglese, da nascondere in frigo per il giorno dopo.
Tantissimi auguri. Luciano! E tanti auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti voi! Con le cene di lavoro, ci rivedremo il prossimo anno. E anche questa è fatta! 
PS: Sì, il riso è sempre il mio affezionato Riso Razza 77... e mi dispiace per tutti i Carnaroli del mondo... 
@riso_razza77 
 #varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio #risotto #risottolover #risottoaifunghi #tartare #arista #aristadimaiale #antipasti #antipastisfiziosi #salmone #risorazza77
L’INVERNO, I CECI E IL COMFORT FOOD “PIERAA!! L’INVERNO, I CECI E IL COMFORT FOOD
“PIERAA!!!”
“E adesso che cos’ho fatto?” dice lei. 
“Niente” ribatto. “Però qui sui social siamo tutti preoccupati”.
“Perché?”
“Perché non dici più nulla, non chiedi più nulla… Ti è passata la fame?”
“In realtà sta arrivando il freddo per davvero e mi sento tutta arruffata…”
“Quindi niente cena?”
“Non ho detto questo!” mi fa. “Però vorrei qualcosa di caldo, di confortante, che mi faccia passare i brividi appena torno a casa…”
Ce l’ho! 
Una minestra di ceci con patate americane e zafferano. Ho preso mezzo porro che avevo in frigo (ma puoi usare anche la cipolla o uno scalogno), l’ho tagliato fine fine e l’ho messo a soffriggere lento lento in un po’ d’olio. Poi ho aggiunto una patata americana a tocchetti e una parte di ceci precotti (li avevo in barattolo: l’altra metà la tengo da parte). 
Aggiungo circa mezzo litro d’acqua (ma dipende da quanta pasta fai), lascio cuocere una decina di minuti, poi frullo tutto con il frullatore a immersione. Aggiusto di sale e di pepe e, all’ultimo, stempero nell’acqua una bustina di zafferano. 
Butto i ceci rimanenti e la pasta che voglio e porto a cottura. 
“La voglio bella densa, non la voglio brodosa!”
OK, capo. Bella densa, con un sacco di Parmigiano e di pepe e di olio extravergine d’oliva davvero buono. Che ne dici?
“Sto già meglio!”. 
Anch’io!
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio #pastaececi #primipiatti #primipiattigustosi #primipiattiitaliani #primipiattivegetariani #comfortfood
GAMBERI ROSSI SU UNA CACIO E PEPE Su Facebook, An GAMBERI ROSSI SU UNA CACIO E PEPE
Su Facebook, Angela Cavallo aveva visto ciò che avevo cucinato per il mio compleanno e mi aveva chiesto le ricette dei due primi piatti. 
Non me l'ero scordato: giuro di non aver avuto tempo fino a ora. Dei due primi piatti, però, posto per ora solo la ricetta della pasta cacio e pepe con i gamberi rossi. La seconda, quella con la colatura di ostriche, invece no. 
Ma non perché sia top secret, anzi! Il motivo è che ancora non mi convince appieno e pensavo di sostituire la colatura di ostriche con ostriche intere, perché io adoro questi frutti di mare ma, nella pasta, mi pareva si avvertissero poco, anzi pochissimo. 
Quindi porta pazienza, Angela! Vedrai che alla fine riuscirò a mettere anche quella ricetta. 
Nel frattempo.... 
Sguscia dei gamberi rossi, togliendo non solo la testa e il carapace, ma anche il filetto nero dell'intestino. Tritali grossolanamente come se facessi una tartare, mettili in una ciotola e spremi il succo delle teste. Condisci con un goccio d'olio extravergine d'oliva. Tieni da parte in frigo. 
Metti a cuocere la pasta. Io ho scelto degli scialatielli napoletani, ma tu puoi usare ciò che preferisci. 
Mentre la pasta cuoce, grattugia parecchio pecorino. Metti tutto in una padella larga e macina il pepe, quantità a piacere. Versaci uno o due romaioli d'acqua di cottura e mescola bene il cacio e il pepe, fino a ricavarne una cremina. 
Scola la pasta nella padella e manteca molto bene. Se necessario, aiutati con altra acqua di cottura.
Impiatta, metti altro pepe (se ti piace), disponi la tartare di gambero rosso. Fine. 
Buon appetito!
#varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio #scialatielli #cacioepepe #cacio #caciopepe #cacioepepe #primipiatti #primipiattidimare #primipiattigolosi #primipiattiveloci #primipiattidipesce #primipiattigustosi #foodporn #primipiattiitaliani
LE BUDELLA, SESTO FIORENTINO E WIKIPEDIA La mines LE BUDELLA, SESTO FIORENTINO E WIKIPEDIA
La minestra di budella di maiale, chiamata più correttamente Budella alla Sestese, è una specialità tipica di Sesto Fiorentino, il paese di mio padre e dei miei nonni. 
Quest’immagine (e la pagina del mio sito a cui rimando per la ricetta antichissima e rara. Trovi il link su Linkbio al mio profilo) risale a qualche anno fa. Infatti, dopo di allora, non sono più riuscito a trovare l’ingrediente principale. Le budella di maiale, appunto. 
Prima le compravo a Sesto Fiorentino le volte in cui mi recavo per vedere in che condizioni versava la casa dei miei nonni. Poi, chiusa la macelleria da cui mi rifornivo, fine della festa. 
Ora, io lo so benissimo che per il 98 per cento di voi questa ricetta farà schifo. Budella? Bleah… Eppure, credimi, esistono poche cose così buone. 
Le mangiai la prima volta da bambino. Ma da bambino bambino… era ancora viva mia nonna, che con enorme pazienza le lavava e rilavava fino a renderle immacolate. Era lei la maga che sapeva trasformare questa materia che pareva tanto vile in qualcosa unico al mondo. 
Unico anche in Toscana e in Italia, perché questa specialità la si fa (la si faceva?) soltanto a Sesto Fiorentino, come ho appunto scritto. 
Ma che cosa c’entra Wikipedia? C’entra, perché per questa ricetta non solo Cucino di Te è citato sull’enciclopedia digitale per eccellenza, ma anche la foto che illustra la preparazione è mia, scattata proprio mentre scrivevo il post originale. 
E tu? Hai un piatto del tuo passato ormai dimenticato, che ami solo tu o pochissime altre persone? Le mangeresti le budella di maiale oppure no?
#budellaallasestese #budelladimaiale  #piattitoscani #piattitradizionali #piattitradizionalitoscani #quintoquarto #quintoquarto #quintoquartofood  #quintoquartofood #frattaglie #frattagliechepassione #sestofiorentino_firenze #varese #cuocoadomiciliovarese #cuocoadomicilio #personalchef #chefadomiciliovarese #menú #personalchefvarese #cantello #personalcheflife #cucinareacasatua #chefadomiciliovareseedintorni #professionalpersonalchef #cucinodite #fippc #menu #menù #chefadomicilio
Load More Segui su Instagram
Vediamo un po’…
Commenti recenti
  • cucino di te su Pentola a pressione: usarla senza rischi
  • Michela su Pentola a pressione: usarla senza rischi
  • cucino di te su Ma quanto costa un personal chef a domicilio?
  • Anna de gresti su Ma quanto costa un personal chef a domicilio?
  • Vincenzo su Bruciatura e mantenimento teglie ferro blu

Cucino di te
 Dream-Theme — truly premium WordPress themes
  • HOME
  • COME FUNZIONA
  • L’ALTA MODA
  • IL BISTROT
  • LA STAMPA
  • BLOG
  • RICETTE
  • CONTATTI
Menu principale
Go to Top

CHE TIPO DI  BUONGUSTAIO SEI?

Corri al mio divertentissimo test!
Avventuroso o pantofolaio? Cocco di mamma o pirata?
Iscriviti alla mia newsletter e lo scoprirai!
VAI AL TEST!
close-link
Powered by Convert Plus