“I sogni devono essere realizzati. Altrimenti sono inutili”
–Sandra Bacci
Sandra Bacci sorride. Non è l’unica cosa che fa, ma di sicuro questa le viene da dio.
Si vede che non le costa fatica. Ha il sorriso dentro, ne fa quasi una moda (per gli altri), perché per lei è natura. E quando si mette in posa, tutto l’universo stipato nell’inquadratura sorride con lei.
Se fosse la ricetta di uno chef, il sorriso sarebbe il suo ingrediente segreto, quello che non si trova nella pedante tabellina delle grammature. Quello che aggiungi se ce l’hai e se non ce l’hai puoi provare in tutti i modi, ma il dolce non ti verrà mai allo stesso modo.
COME UNA TORTA
Trovo insolito paragonare un’insegnante di matematica a un dessert. Ma quando scorro le pagine di Smilingischic e la guardo che ride nelle sue foto, a me viene in mente un dolce.
E mi par strano, forse perché ai tempi del liceo (classico) avevo una prof di mate tutta d’un pezzo, che ogni giorno dell’anno indossava un grembiule color can che scappa perché odiava sporcarsi col gesso e i pennarelli. E poi non sorrideva mai. Credo non ne avesse il tempo, più che la voglia. O, forse, temeva che se ci fosse parsa umana, l’avremmo divorata.
L’ANTIBARBIE
«E dire che stare a contatto con i giovani mi porta naturalmente ad accorciare le distanze con le nuove generazioni», mi sorride Sandra al telefono.
Sì, Sandra sorride anche con la voce dal lieve accento toscano.
I giovani: parola strana nella bocca di una style-blogger di successo.
«Eh, sì, i giovani. Altra generazione. Perché io non son più tanto teenager, all’anagrafe». Già, questo è il nocciolo della sua rivoluzione: farti scordare la barbie ventenne con impulsi da mannequin che qui ti aspetteresti, la fanciullina filiforme che incarnerà su Instagram sogni e incubi fisiognomici per migliaia di ragazzine.
OCCHIO ALLA MODA!
Sandra ha valicato i 50 e se ne frega. O magari no. Però sorride e pare così che se ne freghi. E le sue foto da modella, i suoi outfit, esplodono di vita e vitalità.
Le sue scelte, più che di regole e rigore, pulsano d’istinto. Di persona che s’è addestrata a scovare con l’occhio gli abbinamenti giusti in mezzo alle bancarelle confusionarie di un mercato, più che sulle riviste di moda. E proprio per questo appaiono sempre freschissime. Anche d’inverno.
Anche quando indossa un abito per un matrimonio non riesce a stare ferma, a far la seriosa, non ce la fa proprio a trattenere il gesto che sdrammatizza.
A CACCIA DI BLOG
Il suo look, qualsiasi cosa indossi questa prof un po’ sui generis, non ha mai drammi. «Prendo la vita a morsi, io» mi fa «Sono curiosa, vivace, sempre alla ricerca di nuovi stimoli. A quanto pare si vede ed è contagioso».
Ma com’è che mi sono andato a cercare una style-blogger? In realtà, ci sono capitato per caso e per le solite vie traverse, che da una cosa ti rimbalzano a un’altra e poi finisci su un post che ha un tono serio e meditato, te lo leggi tutto e ti accorgi che il sito in cui sei caduto non è quello di una deliziosa pensatrice, ma di una donna che comincia a parlare di moda e poi finisce per raccontarti un po’ di tutto.
1 IMMAGINE = 1.000 PAROLE?
«Per essere una style-blogger scrivo davvero tanto. Ma credo fermamente al potere della parola, a quanto sia bello spiegare e spiegarsi, riflettere, inseguire un pensiero… È per questo che, negli ultimi tempi, mi sono sentita un po’ a disagio, soprattutto con l’avvento di nuovi social in cui l’immagine è tutto. Quando ho cominciato io, nell’agosto del 2011, i blog erano veri e propri forum: si scriveva un post e la gente cominciava a discuterne. Si andava nei siti di altri e si discuteva anche lì. Era tutto molto vivace. Oggi, invece, ricevere un commento è sempre più difficile. Persino su Instagram. Si guarda, si scorre via… Mi dispiace un po’».
CHIAMAMI PROF
Forse perché ti senti soprattutto un’insegnante… «Beh, sì, ma non è che ho fatto un blog per insegnare qualcosa», mi rivela Sandra. «Già lo faccio a scuola da 23 anni. Matematica, ormai si è capito. Matematica negli istituti professionali. Mi piace molto perché questi ragazzi non hanno una predisposizione per la materia. Sono lì per imparare un mestiere, non per altro. Così mi stimola sempre spiegare a persone che, tutto sommato, della matematica potrebbero interessarsi il giusto per scamparla alla maturità».
SMILE VERY CHIC
E il blog modaiolo, allora? «Il blog è nato molto dopo. Non era un gran periodo, per me. Avevo bisogno davvero di nuovi stimoli, di cercare qualcosa in cui incanalare la mia voglia di fare e la mia curiosità. Ho fatto un corso di clownterapia, per fare la volontaria del sorriso negli ospedali. E così ho compreso che mi sarebbe piaciuto comunicare l’importanza dell’allegria come stile di vita. Ma non avevo intenzione di farne un secondo lavoro, di dedicarvi così tanto tempo. Ora, invece, mi prende ogni momento libero. Quando non faccio la prof di matematica, faccio la blogger di Smilingischic, aiutata da Giorgio Leone, compagno di una vita e fotografo. Io indosso, lui scatta. Si è mai visto binomio migliore? È stata una sfida, insomma. Un po’ verso di me, un po’ verso una società che giudica ancora troppo dall’apparenza. E continuo a viverla così». Da rivoluzionaria.
LA LINEA RETTA
E quale sarà mai il profilo gustativo di questa ribelle? Se non avessi paura di banalizzare, potrei definirlo semplice. Semplice nel senso di chiaro, lineare, senza fronzoli. Eppure, al tempo stesso, anche curioso. I contrasti divertenti, divertenti almeno sulla carta, l’attraggono. Anche se poi si nota, neppur troppo fra le righe, il bisogno di tornare a conforti e certezze ben radicati, profondamente sui.
SEMPLICE PER DEFINIZIONE
Più che amante dei sapori intensi, Sandra ama i sapori ben definiti, netti. Anche arditi, se è il caso, ma la sfumatura non la soddisfa quasi mai.
La percezione dell’amaro è lievemente distorta, come se lo usasse da correttivo nei confronti di un amore per la dolcezza che, forse inconsciamente, vive come un difetto, un’eccessiva condiscendenza. Sono segnali che, di solito, denunciano momenti in cui si faticava ad accettarsi fisicamente, non tanto a livello personale, quanto sociale. Un’accettazione che deve essere stata conquistata un po’ alla volta e con una certa caparbietà, insomma.
ANCHE IL TATTO VUOLE LA SUA PARTE
La consistenza: ecco un altro punto interessante del suo profilo. Ancor più che un perfetto equilibrio tra i sapori, Sandra sembra ricercare una soddisfazione tattile. Meglio la succulenza, meglio qualcosa che si scioglie in bocca o che fa gustosa resistenza. Si avverte, nelle sue scelte, il desiderio di ciò che è tangibile, il bisogno di mordere, di degustare, di assaporare… Queste esperienze sono più forti, intense e ricercate del sapore stesso. Non teme una percezione stonata, perché sa di poterla in qualche modo sostenere. Teme però una consistenza che inganna e delude, che prima pare invitare al morso e invece cede in delusione…
UN’ARMA TRA LE LABBRA
E il suo menù ideale? Qualcosa di colorato ed estroso, come un suo outfit, ricco non solo di accostamenti insoliti, ma soprattutto di contrasti tattili: croccante e pastoso, cedevolezza contro resistenza… C’è sorriso e colore, in questo menù. Ma, soprattutto, c’è un gusto tattile, quasi di scoperta sensuale. Ma con il sorriso sulle labbra, non si teme nessuna avventura.
E se ti piacciono i profili gustativi, perché non scopri anche quelli di Sonia Paladini e di Marina Innorta?