“Quando mi chiedono: quanti anni hai? rispondo semplicemente: ho gli anni che dimostro.”
–Sonia Paladini
Parlarti di Sonia Paladini è facile: basta guardarla.
Forse m’illudo, ma non credo che la sua rivoluzione nasca da una presa di coscienza giunta in un preciso momento della vita. Voglio credere che sia un dono congenito. O, per lo meno, così ho deciso d’arrischiarmi nel giudicarla senza conoscerla, ma solo guardandola.
NATA GIUSTO IN TEMPO
Ci sono persone con caratteristiche fisiche che, in qualche misura, ne influenzano il destino. Le mani da pianista, le gambe da calciatore, il cuore del velocista… Sonia è nata con un volto che ha sempre l’età che dimostra. E quella che dimostra è, sempre, quella giusta.
Quando si dice una bellezza senza tempo, con occhi che notano solo il bello, quasi lo creassero con lo sguardo. Una bellezza che, a sua volta, puoi scoprire soltanto attraverso quegli occhi. Sonia è un gioco di specchi. Il bello che cristallizza con la sua fotocamera è senza tempo come la sua bellezza. Si cercano, si riflettono l’un l’altra. Non per nulla, ha anche scritto un libro: Ho gli anni che dimostro. Non è un caso: è un altro gioco di specchi.
L’ESSENZA DI UN CLASSICO
Visita il suo sito, ammira le sue foto. Più di tante parole e descrizioni, bastano queste. E, in qualche modo, mi fanno venire in mente il poeta Eugenio Montale: interrogato su quale fosse la caratteristica principale di una qualsiasi opera definita classica, rispose che non era mai nella sua capacità di innovare, ma di interpretare in modo perfetto lo spirito del suo tempo.
PIÙ DI MILLE PAROLE
E le foto di Sonia sono così: classiche. Classiche non perché composte e perfette, con la luce che t’aspetti in un dipinto. Classiche perché toccano il massimo della tua aspettativa. Diventano un modello. Perché, soprattutto nell’ambito del food (ma non solo), le sue fotografie sono quelle che vorresti sempre vedere e sempre saper scattare. Peccato che ci riesca solo lei.
Il suo portfolio testimonia ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che un’immagine val più di mille parole. Soprattutto quando le parole sono mie. Quindi vai a vederlo, mentre sto zitto per qualche istante.
UNO SGUARDO PRIVILEGIATO
Ecco, guarda davvero queste foto, dove il suo sguardo si posa sul cibo, sulle ricette che elabora con il marito Stefano, non a caso ex chef.
Sui viaggi, dove cattura una luce che ormai è diventata la sua firma. E sul lifestyle, che si è ritrovata presto a dominare dal podio. Ma non poteva essere altrimenti: c’è chi ha le dita da pianista, chi il volto di un classico senza tempo.
IL PROFILO DI SONIA
Ma com’è il profilo gustativo di una donna così? Me lo sono domandato dalla prima volta in cui, non troppo tempo fa, sono finito quasi per caso sul suo sito. Lo confesso: avevo trovato in giro un’immagine e, roso dall’invidia per quella luce magica, ho fatto l’impossibile per capire chi mai l’avesse scattata. E così l’ho scoperta. E guardata per la prima volta, guardando il bello attraverso i suoi occhi.
QUATTRO SAPORI + UNO
Partiamo dalle note fisiologiche, come sempre: i quattro gusti che in Occidente si percepiscono di più (dolce, amaro, salato e aspro) sono tra loro in equilibrio perfetto. Sonia avvisa con particolare chiarezza anche l’umami, questo sfuggevole quinto gusto che, di solito, noi occidentali non siamo portati a distinguere con sicurezza. Sonia però lo avverte, quando preferisce la succulenza al semplice gusto salato: ciò le conferisce un tocco di sensibilità in più, che la rende ancor più convinta delle sue sensazioni.
NOBILI PROTEINE D’EMILIA
Forse, in parte dipende dall’esser diventata un’emiliana d’adozione: si trova in una terra dove l’umami è un po’ ovunque. Dal Parmigiano Reggiano al brodo di carne dei tortellini, l’Emilia è terra di proteine nobilmente concentrate: difficile non venirne sedotti e, soprattutto, ricevere un così piacevole allenamento gustativo. Sonia è una persona che si fida della sua percezione, dei suoi sensi. Non teme l’emozione che può derivarle da un sapore che la conquista. In qualche misura, è una passionale: non perché istintiva, quanto perché non teme ciò che è e ciò che prova.
IL BELLO DELL’EQUILIBRIO
Quindi la ricerca dell’umami, in un profilo così, è naturale poiché è un profilo non solo equilibrato, ma soprattutto privo di colpevolezze o di introversioni, educato a un’accettazione serena di sé. Un’educazione che, di sicuro, è partita dalla prima infanzia, quando sono stati incoraggiati desideri e piaceri che scaturivano da cibi semplici, per quanto intensi e saporiti.
Ecco, sembra quasi difficile pensare che una donna, spesso fotografata con pose e sguardi eterei, sia al tempo stesso così portata verso l’intensità, tanto da non disdegnare gli accostamenti audaci. Ma questo è il profilo di una persona sicura, con un ottimo rapporto non solo con sé stessa (non fatica certo ad accettarsi, anzi), ma anche con gli altri. Il suo rapporto con il cibo è cristallino e non nasconde nulla: né inibizioni, né senso di colpa.
Un po’ come l’età che dimostra, anche il suo gusto è ciò che dimostra di essere: pulito, schietto, armonioso, sensibile alle sfumature ma spesso adescato dall’intensità di un sapore, di un profumo, di un’emozione tattile.
SOBRIA, MA INFORMALE
Così le sue scelte finiscono per essere sobrie, ma mai ingessate dietro qualche paravento sociale. Non mangia per accontentare altri, dalla mamma al marito ai giudizi degli estranei: mangia per sé stessa e per il proprio godimento, senza remore. Il suo amore per il cibo è genuino, non nasconde la bocca con il palmo della mano.
Dopo tutto, la sua sensibilità la porta a scoprire intensità anche nelle cose più essenziali. Non ha bisogno di tuffarsi nell’eccentricità culinaria per sentirsi appagata. Ama i sapori confortanti e i profumi caldi, ma non li usa come una coperta, per proteggersi dall’aggressività del mondo. Li ama e basta, così come rifiuta i sapori indefiniti, le percezioni viscide che l’infastidirebbero a livello fisico, istintivo.
NESSUNA PAURA
M Ma le sue (poche) preclusioni non testimoniano nessuna paura recondita. Sono – queste davvero! – semplici questioni di gusto, fastidi che non sente alcun bisogno di tollerare.
L’immagine che al fine ne esce, insomma, è quella di una donna serena, senza incertezze. Con in più un recondito desiderio di purificazione, che non ha nulla a che vedere col detox!
La purezza che Sonia ricerca nel cibo è quella della semplicità. Come quando ricerca la luce più naturale e pura che può, nelle sue foto.
Che, poi, è proprio questa la rivoluzione di Sonia: la scoperta della pura semplicità. E di come sia possibile rivelarla, con il suo sguardo, allo sguardo di tutti.